La matematica che troviamo nel cibo

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Il più conosciuto matematico italiano, Piergiorgio Odifreddi, ci racconta il suo amore per i numeri e il pensiero astratto ma anche per la concretezza del cibo e il suo valore etico e ambientale

Se tutti gli studenti avessero un professore come Piergiorgio Odifreddi la percentuale dei terrorizzati dalla matematica calerebbe drasticamente. È infatti una persona dotata di una grande capacità comunicativa e trova sempre le parole giuste per parlare di Einstein e Galileo, di antichi Egizi e di arte, o di politica. Ma anche di cibo, e dei suoi problemi. Su questo e altro abbiamo conversato quando ci ha cortesemente aperto le porte della sua casa sulle colline torinesi.

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Iniziamo dal suo amore per la matematica

Fino alle medie non ne ero particolarmente attratto, ma è comprensibile, perché la capacità logico deduttiva si completa solo con la pubertà. Età in cui arriva però anche la maturità per dedicarsi ad altre amenità che distolgono dalla matematica... Poi, dalle superiori, è subentrato un naturale interesse per la materia e dopo il diploma di geometra la lettura di Introduzione alla filosofia matematica di Bertrand Russell mi ha aperto un mondo e ho scelto appunto la facoltà di matematica, proseguendo con la carriera accademica.

Che cosa pensa della matematica in Italia?

Dipende: a livello di ricerca abbiamo ottimi professionisti, tra cui una medaglia Fields, il Nobel nel campo matematico, mentre nelle scuole va malissimo e i dati Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ndr) ci pongono in coda alle graduatorie. Le cause sono molte: da un lato tutte le facilitazioni tecnologiche di oggi che non aiutano certo il pensiero astratto e dall’altro metodi di insegnamento e programmi antiquati. L’idealismo di Croce e Gentile, che ritenevano superiori da un punto di vista intellettuale le materie umanistiche relegando quelle scientifiche a mero strumento lavorativo, ha fatto il resto. C’è poi l’idea che la matematica non sia creativa, ma questo è assolutamente errato: quando si lavora con i numeri la creatività è indispensabile ed è tanto più stimolante quanto più sono rigide le regole da rispettare, ma non lo si può spiegare a chi è completamente digiuno della materia.

Che consigli può dare ai genitori per facilitare l’approccio dei figli alla matematica?

Sicuramente esiste una predisposizione genetica, ma limitare ai propri figli l’uso degli strumenti tecnologici e della televisione può stimolare la capacità di concentrazione, indispensabile sempre, ma in particolare nelle materie scientifiche.
Parliamo di cibo. Cosa ne pensa del consumo di carne?
In gran parte è una questione culturale: in Cina e in India c’è ampia scelta di menu sia carnivori sia vegetariani e vegani, mentre da noi la rosa è molto più limitata. Nel periodo trascorso nello stato indiano del Gujarat, la patria di Gandhi, dove è proibito mangiar carne e pesce, ho scoperto che si può benissimo vivere senza questi cibi. Ho poi provato a essere vegetariano per circa un anno anche in Italia, ma ho smesso per le difficoltà, anche se continuo a consumare poca carne: soprattutto nella maggior parte dei ristoranti la scelta vegetariana e vegana è davvero limitata e penalizzante.

Eppure i motivi per limitare la carne son davvero tanti!

Certo. Il primo è che l’energia che prendiamo dalla carne è di secondo grado, perché mangiamo gli animali che si sono nutriti di vegetali, che se fossero mangiati direttamente dall’uomo fornirebbero molta più energia. E il novanta per cento delle coltivazioni nel mondo è destinato ai mangimi. Il nostro intestino, inoltre, è lungo, non da carnivoro, e la lunga permanenza della carne può provocare gravi malattie: le popolazioni che ne mangiano poca hanno, infatti, tassi di tumore inferiori a quelle che ne consumano di più. Infine, il maltrattamento degli animali: il filosofo americano Peter Singer ha scritto molto sui loro diritti, precisando che quelli destinati a produrre latte e uova sono trattati anche peggio di quelli da macello. E ciò fa riflettere sull’incoerenza di chi è vegetariano, ma non vegano, per questioni etiche. Gli allevamenti biologici dovrebbero rispettare gli animali, ma purtroppo ad oggi il biologico è ancora ad appannaggio di pochi.

Come documentarsi sul cibo in modo scientifico ma abbordabile?

Il mio consiglio è quello di leggere dei libri, più che cercare notizie in rete, dove è davvero difficile scegliere fonti attendibili e discriminare le “bufale”. Altra fonte buona sono le associazioni serie e riconosciute che si occupano di cibo a vari livelli.

Ma si può vedere la matematica nel cibo?

In natura la matematica è ovunque! Un legame è evidenziato dai frattali, che sono delle parti che assomigliano all’intero: il broccolo, ad esempio, è composto da tanti piccoli broccoli. E se tagliamo una mela, non come al solito ma di traverso, conteremo sempre cinque semi.

Siamo circondati dalla matematica eppure siamo riluttanti di fronte alla scienze esatte

Sì, è veramente assurdo e più andiamo avanti più ne siamo immersi: digitalizzazione, pin e numeri da inserire per fare qualunque passo. Le immagini dei nostri schermi sono formate dai pixel, associati a numeri, e sentiamo la musica dei cd grazie alla scomposizione e ricomposizione dei suoni, possibile grazie alla misurazione numerica delle onde sonore.

Un buon proposito, una speranza?

Di speranze non ne ho molte e i buoni propositi, se individuali, non servono a granché. Spero comunque che si ridimensioni il mito della crescita a tutti i costi e all’infinito: sappiamo che il 20% della popolazione mondiale consuma l’80% delle risorse, e ultimamente la forbice si è allargata, e per pareggiare i conti dovremmo ridurre di tre quarti i nostri consumi. La maggior parte delle persone lo ritiene una follia, ma sarebbe bello ritornare ai livelli di vita degli anni settanta, durante i quali io vivevo benissimo! Sprecavamo di meno, quando ora gli sprechi sono a livelli vergognosi, e facevamo a meno di tanti aggeggi inutili, a iniziare dai cellulari che suonano di continuo. Per fortuna in questa casa la linea non prende bene!

 

Foto di
Paolo Viglione

La matematica che troviamo nel cibo - Ultima modifica: 2017-01-02T00:00:00+01:00 da Redazione

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