Il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) sta studiando come salvaguardare il grano dal cambiamento climatico e, al tempo stesso, adeguarne la produzione ai fabbisogni di una popolazione mondiale in costante crescita
Il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) sta studiando come salvaguardare il grano - cioe' il nostro pane e la nostra pasta - dal cambiamento climatico e, al tempo stesso, adeguarne la produzione ai fabbisogni di una popolazione mondiale in costante crescita. Di questo – riferisce una nota dell’AGI - si e' parlato di "Progettare il frumento del futuro: la qualita' di oggi, raddoppiando la produzione nel rispetto dell'ambiente", all'evento che ha inaugurato i "Giovedi' della ricerca", il ciclo di 12 appuntamenti aperti al pubblico organizzati dal CREA a Expo (Lounge Mipaaf, Cardo Sud). In particolare, i ricercatori CREA hanno anticipato le future condizioni climatiche direttamente sulle piante di frumento, creando la concentrazione di CO2 prevista nei prossimi decenni, attraverso strumenti di calcolo e infrastrutture sperimentali. I risultati hanno dimostrato un generale incremento di biomassa vegetale e di produttivita', conseguenza diretta dell'effetto fertilizzante della CO2, associata a una diminuzione del contenuto proteico. Fattore questo che potrebbe avere ricadute negative sulla qualita' del frumento duro, soprattutto in termini di tenuta della cottura.
Le risposte delle piante, pero', non sono state univoche, ma si sono differenziate, a seconda delle varieta' testate.
Quindi, grazie ad un lavoro di miglioramento genetico imperniato su quanto emerso finora, potrebbero essere messe a punto nuove varieta', in grado di sfruttare al meglio l'aumento della CO2 atmosferica, evitando o limitando l'impatto negativo sulla qualita' del prodotto. In questo modo, e' stato possibile anche stimare gli effetti sulla produzione agricola e valutare le tecniche di gestione delle colture piu' idonee a preparare oggi le piante che ci serviranno domani. Prevedere l'impatto del clima sulla crescita e sulla produzione del frumento consentira' alla genomica e all'agronomia di avere i mezzi piu' efficaci per riuscire a sfamare 9 miliardi di persone nel 2050 e tutelare, nel contempo, la qualita' di quelle preparazioni come la pasta e il pane, da sempre alla base della nostra alimentazione e della nostra cultura alimentare.