Elogio della stagionalità

Verdura in cassetta

Cesto di frutta e verduraSu internet si trovano molte realtà, spesso con questo mezzo comunicativo si cerca di portare avanti idee, progetti di valorizzazione e conoscenza, difesa di diritti e denuncia di comportamenti ritenuti, a torto o ragione, sbagliati.
Nel campo alimentare poi prolifera di tutto e di più ed è facile cadere nella tentazione di proclamarsi detentori di verità assolute condannando a priori tutti quelli che non seguono lo stile di vita enfatizzato.

Non mi interessa ora andare alla ricerca o esaminare i singoli casi che ho avuto modo di osservare in questi mesi, ma ciò che mi ha colpito la maggior parte delle volte è stata la scarsissima considerazione del valore della stagionalità degli alimenti.
Pur di propagandare le proprie idee e di scrivere ricette, preparazioni e suggerimenti non ci si cura minimamente di chiedersi se gli abbinamenti degli ingredienti abbiano o meno assonanza con la stagione annuale.
Così è più importante sostenere e scrivere ricette senza prodotti animali per diffondere ad esempio la cultura vegetarina o vegana che preoccuparsi di abbinare asparagi con castagne, cioè due mondi stagionali diametralmente opposti.
Ovviamente l'esempio è forzato e considerando che personalmente sono un sostenitore ad oltranza del valore alimentare delle verdure non posso che avere rispetto per chi porta avanti con intelligenza queste battaglie, ma questo serve solo per far capire fino in fondo il concetto.
Anche perché gli esempi sono molti e forse tra i più diffusi ci sono quelli che pur di proporre ricette leggere o che teoricamente si adattano a particolari patologie la cui componente alimentare ha un'importanza basilare, come il diabete, per nulla si curano di chiedersi l'origine, la genesi e la naturalità stagionale di ciò che usano.
Penso che la battaglia sia dura anche perché il mondo alimentare produttivo nel suo complesso (e qui ci metto anche diverse derive del settore biologico veramente poco comprensibili), che ne siamo consapevoli o meno, sta facendo di tutto per cancellare la cultura delle stagioni e siamo quotidianamente bombardati da messaggi che di questa cultura si fa virtuali risate.
So che può sembrare cosa da poco di fronte a temi culturalmente più forti eppure per chi scrive di alimentazione questo dovrebbe essere l'inizio e la premessa di tutto, avere cultura e conoscenza stagionale dovrebbe essere un vanto e non un fastidioso orpello di un tempo passato.

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Verdura in cassetta

Elogio della stagionalità - Ultima modifica: 2012-01-11T22:38:20+01:00 da Giuseppe Capano

1 Commento

  1. Grazie, speriamo sia l’inizio di un cambiamento, purtroppo se ne capisce poco il significato profondo, quasi sempre mi sento replicare che tutto sommato comprare prodotti fuori stagione non è un male per l’economia. Sicuramente per l’economia di alcuni, ma non per il bene e il buon vivere della società.

    • Grazie, sono convinto che la cultura del cibo e della buona tavola siano imprescindibili da alcuni presupposti di base essenziale, come appunto la stagionalità. Purtroppo è una cenerentola e spesso si preferisce esaltare i prodotti del territorio piuttosto che la produzione di qualità, tutte cose ovviamente importanti, ma a me pare incredibile che non si riesca a cogliere come queste cose importanti abbiano una madre, la natura, che si fregia di un ambasciatrice d’eccezione come la stagionalità. E questo anche quando sembra, solo in apparenza, che non vi sia nessun legame con le stagioni e il resto del mondo alimentare.
      A presto, magari ci incrociamo al festival.

  2. Correva l’anno 1992 e mi imbattei in una rivista Buono & Naturale, un pò era già un mia fissa mangiare “secondo natura” e quella rivista con la stagionalità dei prodotti mi aiutò molto… adesso uso le tabelle per consultazione, ma diciamo che me la cavo sul banco del verduraio, e ogni volta che posso mettere l’accento sulla stagionalità dei prodotti lo faccio … purtroppo non vengo ascoltata sempre, ma io non demordo 🙂

  3. Ciao Nadir,
    allora mi hai preceduto di un anno io ho conosciuto Buono & Naturale nel 1993 e ho cominciato a scrivere articoli per la rivista l’anno dopo, su invito del mitico direttore Franco Travaglini. Una fortuna, grazie anche a questa esperienza creativa ho sempre più rafforzato i miei nativi concetti di cucina naturale che poi sono approdati ai tanti libri fatti, corsi, formazione, ecc.
    Così la stagionalità è diventata la premessa con la P maiuscola e non riesco a scrivere senza prima essere sicuro che un prodotto sia di stagione, credo sia un fatto di cultura, personalmente non riesco a buttare per terra neanche un pezzettino di carta perché mi sembra assolutamente strano e insensato.
    Così dovrebbe essere per tanti, così non è, ci tocca insistere e ripetere ogni volta che è possibile.

  4. Mio padre e mia madre, nati negli anni ’60 ignorano e snobbano la stagionalita’ degli alimenti, ma da quando l’ho scoperto sono entrati in casa tanti alimenti sconosciuti, non piu’ usato nemmeno una scatoletta di cibo conservato, e ogni mese l’alimentazione si e’ rivelata piena di sorprese, invece che una routine da seguire per semplice pigrizia. Si tratta di un argomento importantissimo, che per me ha significato un grande miglioramento della salute e del piacere di mangiare.

  5. Grazie è una gran bella testimonianza che mi lascia molto contento, se permetti prossimamanete riprendo questo tuo breve racconto per riparlare di stagionalità. Posso spero?
    Grazie e a presto
    Giuseppe

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