Capire e utilizzare del cibo ogni centimetro di anima organolettica

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Consumare cibo per un alimentazione sana e completa significa anche conoscere il cibo nel suo insieme di sapori, aromi e consistenze sfruttando ogni singola parte possibile, quella spesso meno considerata e purtroppo spesso sprecata

Approfitto di un bel commento che l’amico Fausto ha fatto sulla mia pagina social a proposito degli spinaci di cui parlavo nell’ultimo intervento, il suo pensiero ne ha scaturito uno ancora più profondo in me sul valore reale che ha il cibo.

Oggi per quanto si parli di alimentazione e nutrizione del cibo spesso non si sa nulla, intendo della sua anima intrinseca e della sua articolazione naturale che non è fatta solo di quello che viene maggiormente consumato, non è fatta di una sola parte, ma di un insieme.

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Lo spiega bene il racconto di Fausto relativo a un suo preciso ricordo della madre che aveva una ricetta speciale nella quale usava la base della pianta di spinacio.

La stessa base che universalmente si butta via, quella dove il verde lascia spazio al bianco e poi al rosso violaceo della base stessa, un qualcosa che nelle anonime confezioni sigillate in busta certo non troviamo.

Saggiamente la madre passava queste basi in padella in modo separato dalle foglie verdissime ottenendo un sapore e un gusto nettamente superiore alle sole foglie, degustando il tutto si poteva anche sentire il dolce che è la caratteristica dello spinacio migliore.

E bastava veramente poco per gustare un piatto da re, un condimento che allora era burro e oggi può essere benissimo del buon olio extravergine d’oliva, poco aglio e sale, un tocco leggerissimo di noce moscata.

Ora questo semplice esempio degli spinaci è estendibile a ogni vegetale che consumiamo e lavoriamo in cucina, il punto è che bisogna conoscerlo prima per quello che realmente è, solo così ci si può illuminare sul suo utilizzo esteso e non limitato a parti che ci arrivano pronte all’uso.

Un bel giro periodico nei terreni coltivati, piccoli o grandi che siano, il confronto con chi produce possibilmente in modo etico e di non solo sfruttamento puro del suolo, l'esperienza di chi ben prima di noi del cibo ha saputo vedere l’insieme e non la parte.

Mi rendo conto che nel mondo dell’abbondanza e dello spreco di oggi tutto questo per molti sembra un inutile retorica sul cibo, in fondo è così semplice andare al supermercato e trovare un prodotto pulito pronto da cuocere o addirittura già cotto solo da scaldare.

Ma senza conoscere la sua dimensione complessiva io penso che di quel cibo non si gusta che una minima frazione e ci si lasci scappare l’occasione di trovare o ritrovare sapori che sono molto più intimi di quelli che condimenti, spezie o erbe possono aggiungere.

Ecco direi che ci manca l’intimità del cibo e più che assaporare ingurgitiamo convinti che gli aromi siano giusto quei pochi che percepiamo velocemente senza quasi a volte masticare e lasciandoci scappare l’occasione di godere più in profondità dello stesso cibo.

Capire e utilizzare del cibo ogni centimetro di anima organolettica - Ultima modifica: 2019-02-22T08:54:58+01:00 da Giuseppe Capano

2 Commenti

  1. buongiorno Giuseppe,
    grazie anche a Fausto assaggero’ appena possibile la base degli spinaci. Mi vengono in mente, a questo proposito, le foglie dei ravanelli, introvabili nei supermercati, per fortuna ancora presenti nei ravanelli dei mercati dei produttori locali, foglie che sono buonissime crude e cotte
    grazie e a presto
    michele

    • Buongiorno Michele,
      grazie di questo commento e richiamo vegetale, con le foglie dei ravanelli ho fatto in passato cose ottime come uno splendido pesto vegetale, quando vedo i rossi ravanelli imbustati senza foglie è come vedere una anima persa in cerca di se, quanto si può essere stupidi nel venderli così?

      Un buon week end ricco di cose buone della terra a te!

      Giuseppe

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