Cucinare con le piante spontanee


Quattro piante spontanee ricche di sapore e salute. Come raccoglierle e utilizzarle in cucina per preparare piatti gustosi e colorati

È maggio, il mese dei fiori: la natura si mostra nel suo pieno vigore. È il momento migliore per raccogliere e cucinare alcune tra le più interessanti piante spontanee alimentari, ricche di sapore e di benefiche proprietà. Le piante che vi proponiamo sono molto diffuse, facili da riconoscere e da usare, perfette per comporre piatti primaverili eleganti, profumati e colorati.

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Nasturzio: un fiore piccante

I bellissimi fiori di nasturzio spiccano sia nei giardini sia nei terreni incolti, con sfumature che vanno dal giallo acceso, all’arancio, al rosso fiamma. Coltivato come pianta ornamentale, il nasturzio cresce spontaneo in tutta Italia. Tutta la parte aerea della pianta è commestibile: in cucina si usano preferibilmente i boccioli, i fiori, le foglie più tenere e i getti carnosi. Ha un gusto pungente e aromatico, che ricorda il rafano o il crescione. È ricco di vitamina C, e contiene principi attivi antibiotici e immunostimolanti; inoltre stuzzica l’appetito e favorisce la digestione. Il modo migliore di usare il nasturzio è a crudo, nelle insalate o come condimento; i boccioli dei fiori si possono conservare sotto sale o sott’aceto, come i capperi.

Bruscandoli: più sani degli asparagi

I rami del luppolo a maggio si attorcigliano a tutto ciò che trovano, avviluppando con una cascata verde e “riccioluta” muri, siepi e cespugli. È il momento giusto per raccogliere i getti teneri, detti popolarmente “bruscandoli”, per usarli in cucina come gli asparagi. Ottimi in zuppe, risotti, frittate e molte altre preparazioni, i germogli di luppolo hanno un gusto delicato e leggermente amarognolo, particolarmente gradevole. Al luppolo si attribuiscono proprietà diuretiche, rilassanti e antibiotiche; è anche ricco di fitoestrogeni, sostanze ad azione ormonosimile utili per contrastare i disturbi legati alla menopausa.

Portulaca, amica del cuore

Simile a una pianta grassa, la portulaca cresce dovunque, come una vera e propria pianta infestante. Dalla portulaca, tenera e succosa, si mangia tutto, tranne i fusti più spessi e coriacei. Ricchissima di mucillagini (che proteggono la mucosa gastrica) e di vitamina A, contiene anche quantità consistenti di vitamina C e di magnesio. Ma il meglio di sé lo dà come protettivo del sistema cardiovascolare: è, infatti, in assoluto la pianta più ricca di acidi grassi omega-3. Questa sua proprietà è stata sfruttata anche in avicoltura: le uova delle galline alimentate con mangimi a base di portulaca contengono interessanti quantità di omega-3. La portulaca si mangia sia cruda sia cotta, ma è deliziosa in insalata, soprattutto insieme ai pomodori.

Sambuco, il profumo della primavera

È il momento “clou” della fioritura del sambuco: le sue infiorescenze color panna, dal profumo dolce e aromatico, ravvivano i bordi dei campi e delle strade di campagna. I fiori del sambuco, che formano una specie di ombrello, sono commestibili, e si usano sia per preparare pietanze dolci e salate sia per fare una bevanda fermentata debolmente alcolica, la cosiddetta “birra di sambuco”. Sono dotati di proprietà diuretiche, febbrifughe e sudorifere. Le infiorescenze vanno raccolte quando sono nel pieno della fioritura ma ancora compatte, prima che comincino ad appassire e a perdere i petali.

Istruzioni per l’uso

Ecco alcune semplici regole per ottenere i migliori risultati

La raccolta
Andate a "caccia" solo di erbe che sapete riconoscere bene. Scegliete piante vitali, sane e integre, prive di polvere o sporcizia, che crescano lontano da strade trafficate e dai centri abitati. Tagliate con un paio di forbici solo la parte di pianta che vi interessa, senza strapparla, in modo che possa poi ricrescere.
Il trasporto
Riponete il “raccolto” in un sacchetto di carta o di tela, mai di plastica, per portarlo a casa. Non lasciate il vostro raccolto al sole o al caldo (ad esempio in macchina) per troppo tempo, altrimenti rischia di appassire.
La preparazione
Usate le piante fresche appena possibile, perché tendono a rovinarsi rapidamente. Lavatele brevemente sotto il getto dell’acqua e sgocciolatele con delicatezza, senza “strapazzarle” troppo. Tritatele o tagliatele (se richiesto dalla ricetta) solo subito prima di condirle o di cuocerle.

4 originali ricette

Crespelle ai bruscandoli

Frittelle dolci ai fiori di sambuco

Carpaccio di dentice al nasturzio

Insalata di portulaca alle erbe primaverili

 

 

Cucinare con le piante spontanee - Ultima modifica: 2013-04-18T00:00:00+02:00 da Redazione

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