Jonathan Safran Foer, i suoi libri e il vegetarianismo


Jonathan-Safran-Foer-1Giovedì scorso sono andata all'affollato incontro con Jonathan Safran Foer al Piccolo teatro, a Milano. Per chi non lo conoscesse, è uno dei maggiori scrittori americani viventi, arrivato alla notorietà a 25 anni con il suo primo romanzo Ogni cosa è illuminata. Ho scoperto nell'incontro che era stato acquisito da Guanda, il suo editore italiano, prima ancora che negli USA, e lo stesso è successo con l'ultimo romanzo.

Nonostante legga molto, e sia in effetti curiosa di conoscere da vicino i miei autori preferiti (seppur per la maggior parte non è più possibile, non essendo più “viventi”…) non sono tra gli appassionati che partecipano ai festival della letteratura in adorazione dello scrittore di turno, perché su quello del fan prevale il mio lato professionale. Così mi è dispiaciuto sapere che non c'era modo di intervistarlo e, neanche, fargli una domanda dal pubblico alla fine dell'incontro. Non sono il tipo da appassionarmi per un autografo, così non mi son portata dietro il suo ultimo libro (che oltretutto pesa un tot) che avevo appena finito. È stato comunque un incontro interessante, lui è proprio come immaginavo, simpatico, sagace, tranquillo. Nel corso dell’incontro ha citato il fatto di essere vegetariano. Come svariati personaggi dei suoi libri.

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Il primo è il suo alter ego di Ogni cosa è illuminata, pubblicato nel 2003. Il protagonista è giovane come lo era lui ai tempi in cui lo scrisse (Foer è nato nel 1977) e durante il viaggio in Ucraina alla ricerca di tracce dei suoi parenti perseguitati dai nazisti si ritrova a pranzare in una trattoria. Il suo dichiararsi vegetariano crea scompiglio, da quel momento i suoi increduli accompagnatori e il cameriere gli propongono una lunga serie di cibi che per loro carne non sono: “Allora maiale. No? Pollo? Una bistecca di vitello? E la salsiccia??”. La scena si conclude con il ragazzo che pranza con una patata lessa sotto gli sguardi esterrefatti di tutti.

Poi c’è Oskar, il bambino di nove anni protagonista di Molto forte, incredibilmente vicino (pubblicato nel 2005), che gira per i quartieri di New York sulle tracce del ricordo del padre morto nell’attacco alle Torri gemelle. Nel suo biglietto da visita, oltre ad elencare svariate sue capacità, come origamista, pacifista, collezionista di farfalle morte per cause naturali, indica anche ‘vegano’.

Ma certamente il libro in cui Foer concentra tutte le sue attenzioni riguardo al cibo è Se niente importa. Perché mangiamo gli animali? uscito nel 2010. Il premio Nobel per la letteratura John Maxwell Coetzee scrisse, al riguardo: “Gli orrori quotidiani dell’allevamento intensivo sono raccontati in modo così vivido che chiunque continuasse a consumare i prodotti industriali dovrebbe essere senza cuore o senza raziocinio”.

eccomiE infine in Eccomi, uscito l’anno scorso, dove il cibo è visto soprattutto nella sua veste di nutrimento perfetto individuato in particolare dalla madre dei tre ragazzi della famiglia protagonista della storia, e il biologico come aspirazione alla massima purezza possibile – i bambini dormono su costosissimi materassi imbottiti di materiali naturali. Alla fine della storia, il cibo diventa anche un modo per distinguersi, e il padre propone ai ragazzi tutta la collezione di ‘bibite italiane’ all’arancia, al pompelmo, con la madre che sottolinea subito l’eccezionalità della cosa… e a me viene la curiosità di scoprire che marca è.

 

 

Jonathan Safran Foer, i suoi libri e il vegetarianismo - Ultima modifica: 2017-02-20T09:32:41+01:00 da Venetia Villani

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