Un confronto fra ieri (i pesticidi), oggi (una difficile convivenza) e domani (l’agricoltura biologica), nelle terre del Prosecco


Ultimo episodio un dossier della rivista Il Salvagente dal quale emerge che su dodici bottiglie di Prosecco esaminate, 12 contenevano almeno un residuo di pesticida, con una media di 6 a bottiglia. Questo a pochi giorni dalla “Marcia Stop Pesticidi” che, in provincia di Trevisto ha visto la presenza di migliaia di persone

“Il Prosecco? ‘Un cocktail da brividi’. Così – riferisce Oggi Treviso - l’ha definito "Il Salvagente", prestigioso mensile dedicato ai consumatori, dopo i test che hanno rivelato la massiccia presenza di pesticidi nelle bottiglie analizzate. Nel numero in edicola in questi giorni, sono stati diffusi i risultati dei test effettuati su 12 bottiglie di Prosecco, appartenenti ai marchi più diffusi nei supermercati. Il risultato non è dei più lusinghieri: tutte e 12 presentavano infatti almeno un residuo di pesticida, con una media di 6 a testa (in nessun caso superiore al limite massimo consentito). E anche l’unico prodotto bio analizzato ha fatto riscontrare la presenza del folpet, un pesticida vietato nell’agricoltura biologica. Dovrebbe però trattarsi, vista la quantità minima, di una contaminazione causata da una probabile deriva”.

Il dossier del Salvagente conferma la fondatezza delle preoccupazioni espresse da tempo da cittadini, agricoltori, amministrazioni locali e associazioni che, tra l’altro, hanno promosso per due anni consecutivi la “Marcia Stop Pesticidi”  che nell’ultima edizione ha visto una larga partecipazione stimata, secondo quanto riferito dalla stampa locale, fra le tremila e le cinquemila persone. Non solo.

Advertisement

“Dal 1 gennaio 2019 – scrive La Stampa - saranno vietati il glifosate e tutti i diserbanti, eccetto quelli di origine naturale e biologica, nei vigneti del prosecco Docg di Conegliano e Valdobbiadene. È una decisione dei 15 Comuni il cui territorio corrisponde al cuore della zona che produce prosecco, il nettare con le bollicine più amato del mondo: 500 milioni di bottiglie prodotte nel 2017 (90 milioni nella Docg). Un passo importante sulla strada della sostenibilità per una delle colture più redditizie del Veneto e del Paese. In realtà, la scelta degli amministratori locali parte da lontano, dal 2009 per la precisione, da quando viene pubblicato l’annuale Protocollo viticolo, un documento redatto dal Consorzio di tutela del prosecco superiore e destinato ai viticoltori, che ha l’ambizione di minimizzare l’impatto e il rischio dell’uso dei prodotti fitosanitari nei confronti dell’uomo e dell’ambiente. La versione 2018 è stata recentemente presentata a Treviso: “Vogliamo che il nostro territorio, i nostri 8.000 ettari di vigne, diventino un laboratorio di sostenibilità, un esempio per tutto il mondo della viticoltura. Il Protocollo è innanzitutto uno strumento culturale”, sostiene Innocente Nardi, presidente del Consorzio. Anno dopo anno tutti i Comuni hanno aderito alle indicazioni agronomiche del documento, inserendole nei propri regolamenti di polizia rurale. Le indicazioni sono diventate norme, dunque chi non le rispetta può essere sanzionato”.

Non è ancora la scelta del biologico, che pure in tanti stanno facendo anche fra i produttori di Prosecco, ma può essere un passo in quella direzione. Per averne conferma, basta spostarsi un po’ più a ovest dove nella Docg Franciacorta già il 70% delle aziende sono biologiche.

 

Un confronto fra ieri (i pesticidi), oggi (una difficile convivenza) e domani (l’agricoltura biologica), nelle terre del Prosecco - Ultima modifica: 2018-05-26T07:00:11+02:00 da Franco Travaglini

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome