Ritrovarsi, nel labirinto di mais biologico


L’hanno chiamato, per la sua forma, “Mano d’artista” e si sviluppa in due possibili percorsi: uno di un chilometro, l’atro di tre. Si trova nel castello di Piovera, dei conti Calvi di Bèrgolo, in Piemonte, fra Tortona e il Po. E’ stato costruito piantando, in un tracciato predefinito, quasi 600 mila semi di mais bio. Aperto alle visite nei week end fino al raccolto di metà ottobre

La pianura fra Tortona e il Po è piena di campi di mais, ma quello del castello di Piovera – si legge sulla Provincia Pavese - presenta una particolarità: al suo interno, è stato ricavato un labirinto di mais biologico. Tre chilometri di percorsi inestricabili fra le piante di mais, cui il conte Nicolò Calvi di Bèrgolo e il figlio Alessandro, proprietari del castello, hanno dato il nome di “Mano d’artista”.

«Il labirinto è da sempre un luogo che affascina l'uomo per essere intricato e misterioso: i suoi intrecci simboleggiano per l'uomo la metafora di controllare il proprio destino – spiegano dal castello di Piovera, che risale al Trecento – Perdersi al suo interno sarà un'esperienza unica, che porterà i visitatori a utilizzare e scoprire tutti i sensi e a interagire con loro per trovare la strada giusta». Al suo interno ci sono due percorsi di difficoltà differente, visibili dall’alto: il primo è lungo tre chilometri e il secondo poco più di un chilometro.
«Crediamo che sia un gioco ecosostenibile adatto a tutte le età – spiega Alessandro Calvi di Bèrgolo – L’idea mi è venuta da un amico, che mi ha raccontato di un labirinto simile realizzato in Toscana: oggi il nostro è il primo labirinto di mais biologico del Piemonte». La famiglia ha coinvolto la ditta Kws di Forlì, che opera dal 1856 nel settore cerealicolo. Gli addetti hanno piantato circa 589mila semi di mais, cresciuti gradualmente fino a formare l’attuale dedalo a pochi passi dal fiume Tanaro. I visitatori che entrano nel labirinto della famiglia Calvi di Bèrgolo si ritrovano catapultati in un’epoca mitologica, quando Dedalo costruì il celeberrimo labirinto di Creta per il re Minosse e quando sua figlia Arianna consegnò all’innamorato Teseo l’altrettanto celeberrimo filo per uscire dal labirinto in cui aveva ucciso il Minotauro. Anche a Piovera i visitatori avranno a disposizione una sorta di “gomitolo di lana” tecnologico per arrivare all’uscita: chi non riuscirà a trovare la strada, potrà affidarsi alla cartellonistica e anche ai numeri di telefono riportati all’interno del percorso progettato dall’architetto di Pontecurone Elisabetta Baldi.
«Il tracciato – confermano dal castello di Piovera – è comunque molto semplice, anche se le numerose vie parallele tendono a disorientare i visitatori. In ogni caso, consigliamo di percorrerlo due volte: la prima da soli e la seconda in compagnia». Dopo il giro nel labirinto, si potrà anche visitare il castello che da mezzo secolo è di proprietà dei Calvi di Bèrgolo.

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Ritrovarsi, nel labirinto di mais biologico - Ultima modifica: 2017-08-18T08:00:14+02:00 da Franco Travaglini

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