Regolamentare in modo più rigoroso l’uso dei pesticidi e coordinare la costruzione di un Biodistretto del bellunese


Sono due dei progetti che la provincia di Belluno sta promuovendo per sostenere la diffusione di un modo più sostenibile di fare agricoltura

Entro la fine dell’anno la Provincia di Belluno - si legge sul Corriere delle Alpi - vuole elaborare un regolamento contro l’utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura. Palazzo Piloni si è seduto sulla sedia riservata al regista del progetto per la realizzazione di un biodistretto nel Bellunese. Due settimane fa, infatti, ha deliberato di svolgere quel ruolo di coordinamento che spetta ad un ente sovracomunale, mettendo a frutto le esperienze e le competenze che si sono sviluppate negli ultimi mesi grazie al progetto di cooperazione “Sistemi innovativi di trasferimento dell’innovazione per l’agricoltura biologica bellunese”, avviato dall’istituto Agrario di Vellai, il Comune di Feltre, il Parco Nazionale Dolomiti bellunesi, l’università di Padova, la società agricola Bioalpi di Cesiomaggiore e l’associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici.

Sulla scorta di quella esperienza la Provincia ha deciso di porsi come coordinatrice di un percorso per la costruzione di un biodistretto nel Bellunese. «Non si escluderà nessuno», premette il consigliere delegato Alessandro Dalla Gasperina. «Ma prima di tutto bisogna rimettere in funzione l’ufficio agricoltura in Provincia. Lo faremo, attraverso la riorganizzazione del personale che è stata avviata». L’ufficio diventerà il punto di riferimento del progetto.

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Nel frattempo, però, la Provincia si sta muovendo. Ha partecipato ad un bando regionale, che finanzia attività di formazione e marketing in materia di biologico, lavora per fare in modo che il bio diventi un obiettivo cui tendere, non un nemico da combattere: «Nella nostra provincia ci sono 132 aziende biologiche», continua Dalla Gasperina. «Parliamo, in maggioranza, di aziende molto piccole. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di aiutare gli imprenditori che avviano un’attività biologica e favorire le conversione delle aziende esistenti». Il biologico, anche per Dalla Gasperina, è un’occasione da non perdere per il Bellunese: sia per difendere il territorio dalle colture intensive sia per farne un marchio spendibile turisticamente.

Sulla stessa linea si stanno muovendo i sindaci della Valbelluna. Da tempo Belluno e Feltre dialogano per concretizzare l’idea del biodistretto. «Siamo pronti a passare alla fase operativa», spiega il sindaco del capoluogo Jacopo Massaro. «Stiamo lavorando con Feltre sulla formazione degli operatori che dovranno occuparsi dei controlli, abbiamo incontrato le associazioni di categoria per capire quali sono le esigenze degli agricoltori, stiamo mettendo sul tavolo alcune proposte. Per esempio che ad occuparsi della certificazione sia l’ente pubblico, per ridurre i costi che altrimenti graverebbero sugli agricoltori».

Sul fronte fitofarmaci, sono molti i Comuni che si sono dotati di un regolamento, e quelli che non ce l’hanno possono aspettare: la Provincia ne elaborerà uno valido per tutto il Bellunese. «Ho già fatto una riunione con i sindaci dei Comuni che hanno adottato un regolamento», conclude Dalla Gasperina, «e l’idea è di costituire una commissione (previa assemblea dei sindaci di tutta la provincia) che si occupi di elaborare un regolamento provinciale. L’obiettivo è completarlo entro la fine dell’anno».

 

 

Regolamentare in modo più rigoroso l’uso dei pesticidi e coordinare la costruzione di un Biodistretto del bellunese - Ultima modifica: 2018-05-22T07:00:39+02:00 da Franco Travaglini

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