No alla scomunica della Biodinamica


La presa di posizione di Paolo Carnemolla, presidente di FederBio,  sulle polemiche provenienti da una parte del mondo scientifico, che ha lanciato un’azione di ‘scomunica’ di alcuni docenti universitari che si sono resi disponibili a iniziare un percorso di ricerca sulla biodinamica

“L’agricoltura biodinamica è una risorsa economica e ambientale, pienamente inserita nel mondo più vasto del biologico, e chiede impegno nella ricerca e nella formazione. L’intero settore cresce al ritmo del 20% l’anno; i mercati del Nord Europa hanno manifestato la loro disponibilità ad accogliere un aumento del 25% di export bio dal nostro Paese”. E’ quanto chiarisce – si legge in un Comunicato stampa - Paolo Carnemolla, il presidente di FederBio, l’associazione che riunisce le sigle di quella parte crescente dell’agricoltura italiana che non utilizza chimica di sintesi sui campi, in una lettera pubblicata nei giorni scorsi dal Corriere della Sera in risposta alle polemiche provenienti da una parte del mondo scientifico, che ha lanciato un’azione di ‘scomunica’ di alcuni docenti universitari che si sono resi disponibili a iniziare un percorso di ricerca nel campo del biodinamico. “Una scomunica – chiarisce il presidente di FederBio - decisa sulla base di pregiudizi e luoghi comuni che nulla hanno a che vedere con la scienza, che invece deve indagare senza preconcetti”.
“Le richieste del mercato europeo consentirebbero di aumentare di almeno 300 milioni di euro il fatturato annuo dei prodotti biodinamici italiani esportati. Un’opportunità concreta per l’agricoltura e l’occupazione del Sud. Vogliamo buttarla via per una questione di principio, come propongono di fare alcune società scientifiche? Il mercato biodinamico può crescere rapidamente con importanti benefici ambientali — miglioramento della tenuta idrogeologica, maggiore capacità di assorbimento dei gas serra, rallentamento dei processi di desertificazione, difesa del paesaggio — perché alle spalle esiste un quadro molto solido di regole e controlli. L’agricoltura biodinamica dal 1991 è normata e certificata nell’Unione Europea al pari di quella biologica, di cui condivide quindi tutte le basi scientifiche e tecniche e l’impianto normativo, oltre che il sistema di certificazione. È dunque con un ritardo quasi trentennale che anche l’Università italiana ha cominciato ad approfondire questo metodo di agricoltura. Il boicottaggio attuato da tre Società scientifiche, con una lettera di ‘scomunica’ verso alcuni docenti che hanno organizzato il convegno promosso dall’Associazione biodinamica italiana a Napoli dal 10 al 12 novembre scorso è inaccettabile”.
La Federazione, composta da 33 associati tra cui l'Associazione per l'Agricoltura Biodinamica, non comprende il perché di tanta ostilità, soprattutto considerando che l'agricoltura biodinamica rappresenta un'agricoltura ecologica, con un'esperienza quasi secolare, che offre risultati positivi per la salute dei terreni e per quella dei consumatori. L’agricoltura biodinamica non si oppone all’indagine scientifica, ma la sollecita onde affinare le sue tecniche e scoprirne di nuove. Alcuni studi sono già stati condotti all’estero con risultati incoraggianti. “Siamo convinti che la gran parte dei ricercatori italiani non sia disposta a costruire un nuovo indice delle pratiche proibite e, al contrario, voglia confrontarsi sui numeri e sui fatti”, conclude Carnemolla.

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No alla scomunica della Biodinamica - Ultima modifica: 2016-11-29T00:00:00+01:00 da Redazione

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