“La solforosa l’ho ridotta, ma a toglierla del tutto non sono ancora riuscito”


Seconda tappa del nostro tour tra i produttori di vino biologico dopo l'entrata in vigore del Regolamento comunitario che detta le regole per poter scrivere sulle bottiglie "vino biologico". Lasciamo "il continente" per trasferirci a Serdiana (CA) nella Sardegna meridionale. L'azienda è quella di Adele Illotto e Maurizio Altea

 

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Adele Illotto e Maurizio Altea hanno dato vita alla loro azienda a Serdiana, in Provincia di Cagliari, nel 1992 (http://www.alteaillotto.it/)  iniziando da subito ad applicare i metodi dell'agricoltura biologica sia nel vigneto che nell'uliveto. Entrambi agronomi sono anche degustatori di vino e di olio.

Quando raggiungo Maurizio Altea gli chiedo innanzi tutto a che punto sono della vendemmia e come va.

 La vendemmia l'abbiamo terminata a fine settembre e ora il mosto sta fermentando. Per sapere se il vino è buono, però, dobbiamo aspettare, ma se buono non sarà non sarà certo colpa dell'uva che era bella e sana... La siccità ci ha fatto perdere un buon 10% di produzione anche perché su 5,5 ettari di vigna solo in uno possiamo dare un po' di sostegno irrigando, il resto è condotto in asciutto. Così quest'anno andremo sotto la nostra media di 5000 bottiglie fra bianco e rosso.

 Che ne pensa del nuovo Regolamento sul vino

 È sicuramente una cosa molto positiva perché ora ci sono delle regole uguali per tutti sulla gestione della cantina e chi le rispetta potrà scrivere in etichetta "vino biologico". Non ci saranno più equivoci o interpretazioni come quando potevamo scrivere solo "vino da uve biologiche". L'unico problema è stato dover rifare tutte le etichette e per aziende piccole come la nostra incide... Adesso speriamo che per un po' almeno le cose restino così.

È cambiato qualcosa nella gestione della vigna e della cantina con l'applicazione del Regolamento?

 Per il vigneto il nuovo regolamento non prevede nulla di nuovo, andiamo avanti come abbiamo fatto finora. Per la cantina ci sono delle nuove regole, ma direi che non ho dovuto fare nulla per adeguarmi a quello che prevede il nuovo regolamento in quanto noi siamo molto più avanti per quanto riguarda la limitazione di adittivi e di certe pratiche di cantina. Su alcune cose avrei preferito regole più rigide, per esempio per la solforosa.

Questa è la critica di molti. Lei che ne pensa della possibilità di non aggiungere per niente anidride solforosa?

 Io ho fatto delle prove per vinificare senza aggiungere anidride solforosa, ma non sono andate tanto bene. Ma sono convinto che dobbiamo lavorare nel modo più naturale possibile, per cui negli anni ho ridotto progressivamente le dosi. Così nei miei vini c'è un residuo di 50-60 mg/l sia per i bianchi che per i rossi mentre il Regolamento per i vini bio permette 100-170mg/l per i rossi, 150-170mg/l per i bianchi.

 Come fa a ottenere questi risultati?

 La condizione più importante per poter ridurre l'uso di anidride solforosa e avere un residuo finale più basso è che l'uva sia sana. I miei vigneti sono in collina in buone condizioni di terreno e climatiche e per questo me la cavo con un trattamento l'anno con zolfo e rame. Affinché in cantina arrivi solo uva sana contribuisce anche la selezione manuale dei grappoli, prima di tutto al momento della raccolta, ma anche prima di passare alla macchina diraspatrice.L'unico handicap che abbiamo, in generale in Sardegna, è l'acidità bassa che condiziona negativamente la fermentazione, per cui bisogna fissare la data della vendemmia con grande attenzione..

 Si dice anche che una condizione importante sia non forzare troppo le viti...

 ...credo anch'io, tanto è vero che le nostre rese sono molto basse, in questa annata di 40 qli/ha.


 

“La solforosa l’ho ridotta, ma a toglierla del tutto non sono ancora riuscito” - Ultima modifica: 2012-10-05T00:00:00+02:00 da Redazione

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