Bolzano. I migranti si integrano imparando l’orticoltura biologica


Dallo scorso marzo si è creata una rete di solidarietà per iniziativa di imprese e volontari. E’ nato così l’orto Salewa, 3mila metri quadrati dove 15 ragazzi, tra rifugiati e migranti, coltivano oltre trenta qualità di verdure, erbe aromatiche, mirtilli e lamponi

Non c’è integrazione senza lavoro. Le due cose viaggiano di pari passo, per questo è sempre così difficile accogliere i migranti, soprattutto in momenti di depressione economica come quella che ha vissuto l’Europa in questi anni. A Bolzano, però, - come racconta Non Sprecare - hanno provato ad andare controcorrente e dallo scorso marzo una rete di solidarietà tra aziende e volontari ha offerto a quindici tra rifugiati e migranti provenienti da diversi centri di accoglienza della città di essere impegnati nella coltivazione di un orto di 3mila metri quadrati. Un modo per imparare le tecniche dell’agricoltura biologica e produrre verdure e altri prodotti destinati, fra l’altro, anche a un ristorante stellato dell’area bolzanina. Un insegnamento prezioso che permette a questi ragazzi di entrare a far parte di una comunità e allo stesso tempo di arricchirsi di un bagaglio professionale che gli può spalancare il mondo del lavoro.

L’iniziativa è nata soprattutto grazie alla volontà di Heiner Oberrauch, presidente del Gruppo Salewa-Oberalp e fondatore dell’Orto Salewa. Questo imprenditore è convinto che la politica non possa risolvere tutto e che sia dovere civile impegnarsi in prima persona. Così ha deciso di puntare sull’agricoltura che è parte integrante della cultura e della vita di questa comunità. Per questa ragione in un’ampia area del terreno antistante alla moderna sede del gruppo, è nato un orto di 3mila metri quadrati dove i 15 ragazzi, tra rifugiati e migranti, coltivano oltre trenta qualità di verdure, erbe aromatiche, mirtilli e lamponi.

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L’attività è resa possibile anche dalla collaborazione di alcuni alcuni volontari, che hanno messo al servizio del progetto la propria esperienza nel movimento d’accoglienza Binario 1. Tra di loro c’è anche chi è in grado di insegnare un mestiere come un maestro artigiano esperto in coltivazione che sta trasmettendo ai ragazzi le tecniche dell’agricoltura biologica. Questo tipo di coltura è diventata realtà anche grazie a Egon Heiss, il proprietario del ristorante stellato Bad Schörgau a Sarentino, che ha procurato all’Orto Salewa il fertilizzante organico che insieme al compost fornito gratuitamente da Bioenergia Trentino è un elemento indispensabile per la coltivazione sostenibile del terreno. Ma non finisce qui: lo chef del ristorante, Gregor Wenter, costatata la qualità dei prodotti a deciso di utilizzarli per la sua cucina d’eccellenza.

Bolzano. I migranti si integrano imparando l’orticoltura biologica - Ultima modifica: 2017-07-26T08:00:47+02:00 da Franco Travaglini

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