Il ritorno della canapa


Si coltiva facilmente e dai semi si ottengono i più svariati alimenti, dall’olio alla pasta, con interessanti proprietà nutritive

Quali sono i prodotti ricavati dalla canapa?

La canapa (Cannabis sativa) è stata per secoli una materia prima apprezzata per combustibili, carta, materiale da costruzione, isolamenti termici, interni delle carrozzerie d’automobile e tessuti resistenti. Semi e olio sono da sempre conosciuti per i pregi nutritivi. Dall’inizio del secolo scorso, in molti paesi industrializzati la sua coltivazione è diventata illegale a causa dei principi attivi psicotropi presenti nella pianta, appartenenti al gruppo dei cannabinoidi. Ma recentemente, la ricerca di materie prime sostenibili ha riportato la canapa alla ribalta. La sua rapida crescita, la facile adattabilità, la resistenza ai parassiti, il potere di fertilizzare il terreno e infine la completa biodegradabilità, la rendono una delle protagoniste della green economy.

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Oggi è possibile coltivarla?

La canapa autorizzata a scopo industriale e alimentare proviene da piante contenenti una bassa percentuale di cannabinoidi. Le coltivazioni contribuiscono alla valorizzazione agricola di aree altrimenti difficilmente utilizzabili. Di particolare interesse sono le start up italiane impegnate nella riconversione all’agricoltura biologica per la produzione di canapa ecosostenibile.

Dove sono reperibili i prodotti?

In Italia gli alimenti a base di canapa sono reperibili online e in diversi negozi di alimentazione naturale. L’offerta si è ampliata. Si trovano, per esempio, differenti formati di pasta secca, grissini e biscotti realizzati con farine di grano duro, in parte integrale, macinato a pietra e mescolate a farina ricavata dai semi di canapa.

Quali sono i pregi nutritivi degli alimenti a base di canapa?

Al momento solo i semi, quasi privi di sostanze psicoattive, sono consentiti a scopo commestibile e usati come materia prima per tutti gli altri prodotti. Forniscono  vitamina E, calcio, magnesio e tanti importanti amminoacidi. Sono ricchi di arginina, aminoacido che contribuisce alla salute dei vasi sanguigni e all’equilibrio del sistema immunitario. L’olio fornisce acidi grassi omega 6 e omega 3 in proporzioni ottimali. Un cucchiaio al giorno, di quello spremuto a freddo e non raffinato, copre il fabbisogno di omega 3 e può essere d’aiuto per prevenire l’ipercolesterolemia, la sindrome premestruale e per migliorare l’aspetto della pelle.

Come si usa in cucina?

Vista la ricchezza di grassi polinsaturi, i prodotti a base di semi di canapa sono molto sensibili all’ossidazione, vanno usati al massimo entro un anno dalla produzione e conservati in recipienti di vetro scuro. Una volta aperto l’olio si conserva in frigorifero o, per periodi più prolungati, nel congelatore. Si consuma solo crudo. I semi andrebbero macinati all’ultimo momento e aggiunti anch’essi a crudo alle ricette. La farina in commercio è, di solito, quella che avanza dalla produzione dell’olio, più povera di grassi insaturi, quindi più resistente a temperature elevate e adatta a  preparare pane, pasta e altri prodotti sottoposti al calore. Dai semi di canapa ammollati in acqua si ricavano latte e “hemp fu” un prodotto simile al tofu. I semi si possono poi mescolare a sale marino integrale, papavero, sesamo, peperoncino e diversi aromi, ottenendo il “shichimi”, miscela di origine giapponese da usare al posto del sale.

Il ritorno della canapa - Ultima modifica: 2015-12-16T00:00:00+01:00 da Redazione

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