Il porro selvatico e l’arte di arrangiarsi

Porro selvatico
5 | 2 voto/i

Porro selvatico

Tra i diversi piatti ispirati e creati in occasione dell’educational tour ligure, di cui ho parlato in un precedente post, segnalo e vi faccio omaggio di queste eccellenti trenette.

Advertisement

L’origine dell’intera ricetta nasce dall’incontro nei campi profumati di primavera con il porro selvatico

Il nostro saggio amico e accompagnatore, olivicoltore da generazioni, ce lo ha prontamente segnalato raccontandoci di cibi e abitudine passate, un affascinante excursus storico sull’arte di arrangiarsi e ingegnarsi per assecondare i morsi della fame della gente più povera che nei campi aveva occhi per vedere oltre il nostro moderno visibile.
Per noi ora è tutto affascinante, ma per chi viveva allora si trattava di fare solo di necessità virtù anche se magari si sognavano altri cibi e comodità, in ogni caso è all’ingegnarsi di questi nostri predecessori, soprattutto donne, che dobbiamo l’immensa ricchezza della nostra cucina, un patrimonio di ricette e prodotti del territorio da difendere a denti stretti.

Come nell’esempio di quest’altra ricetta che trovate su cucina naturale dove si parla di altri 2 prodotti tipicamente liguri, il celebre basilico e l’asparago viola.

Trenette con crema di fave e pomodorini al timo e olive

Trenette con crema di fave e pomodorini al timo e olive

Foto Copyright : Chef Giuseppe Capano

Ingredienti per 4 persone:

  • 400 g di fave fresche sgusciate,
  • 12 piccoli porri selvatici,
  • 2 foglie di alloro,
  • 1 mazzetto di timo fresco,
  • 2-3 cucchiai di olive taggiasca snocciolate,
  • 200 g di pomodorini,
  • 320 g di trenette,
  • 40-50 g di pecorino stagionato (facoltativo),
  • latte,
  • pepe in grani,
  • olio D.O.P. Riviera dei Fiori,
  • sale.

Preparazione:

  1. Lessare le fave in acqua bollente per 5 minuti circa, scolarle con una schiumarola conservando l'acqua di cottura, metterle in un recipiente pieno di acqua fredda, dopo qualche minuto sbucciarle, rimetterle in un pentolino con un po' della loro acqua di cottura, aggiungere poco sale e cuocerle a calore basso per 10 minuti fino a renderle molto morbide.
  2. Mondare i porri selvatici conservando parte del verde, affettarli e metterli in una casseruola dal fondo spesso insieme alle foglie di alloro e 3-4 cucchiai di olio, salarli leggermente, coprirli e brasarli a calore basso per 10-15 minuti circa mescolandoli ogni tanto.
  3. Nel frattempo lavare e sfogliare il timo, tritare grossolanamente le olive taggiasca, lavare i pomodorini, dividerli a metà eliminando i semi interni e tagliarli a dadini, condirli con un pizzico di sale, poco olio, il timo e le olive.
  4. Mescolare le fave con i porri privati delle foglie di alloro e frullare fino a ottenere una salsa cremosa, se necessario versare poco latte e insaporirla con una macinata di pepe.
  5. Lessare le trenette al dente in abbondante acqua bollente salata e ridurre in scaglie il pecorino, scolare la pasta non troppo asciutta, condirla con la crema di fave, distribuirla nei piatti, mettere nel mezzo i pomodorini, circondare con le scaglie di pecorino e servire.
Il porro selvatico e l’arte di arrangiarsi - Ultima modifica: 2011-04-29T10:01:37+02:00 da Giuseppe Capano

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome