L’umore migliora con i grassi “giusti”


Che fortuna, gli orsi. Ai primi freddi si rifugiano nel calduccio della loro caverna e dopo un lungo sonno ristoratore si risvegliano in primavera (effetto serra permettendo) quando la vita è più facile per tutti. Se la pensate così, probabilmente soffrite di winter blues, come lo chiamano gli americani, ovvero la malinconia invernale. Un disturbo dell’umore che può spingersi fino a una forma vera e propria di depressione: la cosiddetta SAD (seasonal affective disorder), o sindrome depressiva stagionale, legata alla diminuzione delle ore di luce solare, che colpisce in misura maggiore donne e adolescenti e diventa più frequente tanto più ci si allontana dall’equatore, come ad esempio in Scandinavia.

Cambia la condotta alimentare

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Se l’umore cala, aumenta però l’appetito (e il peso), specie nel secondo pomeriggio e in serata, quando è buio, e per tirarsi su ci si rifugia in qualche sostanziosa merenda. Fenomeno tipico della SAD è infatti il “craving” dei carboidrati, ovvero un forte desiderio di cibi dolci e cereali. Tuttavia, la ricerca scientifica ha appurato che ci sono altri alimenti che svolgono un effetto antidepressivo, più salutari e con meno ripercussioni sulla bilancia: in particolare il pesce e alcuni semi oleosi. La ragione sta nel loro contenuto di omega 3, i grassi essenziali noti per il loro effetto protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari, ma anche per l’azione antinfiammatoria generale e, pare, anche antidepressiva. Tra i semi, i più ricchi sono i semi di lino e di zucca, le noci; tra i pesci, sgombri, aringhe, sardine e il pesce azzurro in generale.

Qualche idea per un apporto regolare

Un ottimo modo per assicurarsi un buon quantitativo di omega 3 già al mattino è quello di prepararsi a colazione la nutriente “crema Budwig” - uno dei capisaldi della dieta Kousmine - a base di semi oleosi e cereali integrali. Infine, per i non vegetariani, la frequenza consigliata per il pesce è di almeno 2-3 porzioni a settimana, con cotture delicate e veloci, che modificano meno la struttura dei grassi.

L’umore migliora con i grassi “giusti” - Ultima modifica: 2012-10-17T18:23:48+02:00 da Barbara Asprea

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