Buono a sapersi: chi fa colazione si protegge il cuore


Tra i buoni propositi per il 2018 bisognerebbe anche aggiungere quello di non saltare  più la prima colazione. A ingrossare le fila degli studi scientifici a favore del primo pasto della giornata, ne troviamo un altro recentemente pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology.

Un gruppo di ricercatori spagnoli ha seguito per poche settimane oltre 4000 adulti di mezza età sani, puntano l’attenzione sul primo pasto del mattino e valutandone la frequenza e la composizione.  Quindi hanno incrociato i dati con la situazione delle arterie dei partecipanti cercando i segni di aterosclerosi precoce tramite ultrasuoni. (Va ricordato che l’aterosclerosi è un processo irreversibile di indurimento delle arterie all’interno delle quali si depositano colesterolo e altre sostanze formando le cosiddette placche. Quindi più se ne previene la comparsa e meglio è per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari ed eventi quali infarti o ischemie).

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È risultato che quasi il 3% saltava del tutto la prima colazione, il 70% ne faceva una ridotta e solo il 27% si concedeva una colazione sostanziosa come dovrebbe essere. Ebbene, quasi il 75% del gruppo di chi saltava la colazione  ha mostrato una maggiore presenza di placche sulle arterie, rispetto a chi  preferiva una colazione abbondante (57%) e a chi assumeva una colazione ridotta (64%).

Inoltre i “fan” della colazione sono anche risultati quelli più attenti allo stile di vita (pochi fumatori) e all’alimentazione, seguendo una dieta con meno grassi e proteine animali, ad esempio. Ma anche tenendo conto di questi fattori, il "salto" della colazione resta comunque un fattore di rischio per l’aterosclerosi.

Come non concludere proponendo questa nostra ricetta per una colazione ricca, sana a golosa, che sostituendo lo yogurt con un tipo vegetale diventa facilmente anche vegan? Così sì che inizia bene l’anno nuovo!

Buono a sapersi: chi fa colazione si protegge il cuore - Ultima modifica: 2017-12-31T12:43:32+01:00 da Barbara Asprea

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