5 domande su... spirulina
Spirulina tra passato e futuro


Ricchissima di sostanze nutritive, l’alga spirulina è impiegata sia in cucina sia come integratore. Conoscerla aiuta a sceglierla

Quali sono le caratteristiche dell’alga spirulina?

La spirulina (Arthrospira platensis), indicata dalla Fao (Food and agriculture organization) tra gli ingredienti del futuro, è una microalga che appartiene alla classe dei cianobatteri, microorganismi capaci, come le alghe, di utilizzare la fotosintesi clorofilliana per sintetizzare preziose sostanze organiche. Diffusa nelle aree tropicali e sub tropicali, cresce a temperature intorno ai 30 °C, in acqua dolce. Oggi l’alga viene coltivata in molti Paesi, dagli Stati Uniti, all’India, dalla Cina, al Sud America all’Italia.

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Che impatto ambientale ha la sua coltivazione?

La spirulina sostiene due delle sfide ambientali più importanti dei nostri tempi: risparmio di acqua e di terra. La sua coltivazione in sospensione non richiede, infatti, il ricambio o il consumo continuo di risorse idriche. Di conseguenza, per produrre 1 chilo di proteine ricavate dalla spirulina servono 2.100 litri d’acqua, contro i 9.000 litri della soia e i 105.000 litri della carne. Rispetto all’impiego di suolo, per produrre 1 chilo di proteine, quest’alga speciale occupa esclusivamente 0,6 mq, la soia 16 mq, mentre la carne ben 190 mq.

Quali sono i pregi nutritivi dell’alga?

Fornisce circa il 60% di proteine ricche di aminoacidi essenziali, cioè che l’organismo umano non è in grado di produrre. Di rilievo, inoltre, è il contenuto di ferro, calcio e diversi oligoelementi, fra cui il rame. Tra le vitamine abbondano i betacaroteni, precursori della vitamina A che, insieme ad altri fitonutrienti, svolgono un’azione protettiva, antiossidante e antinfiammatoria. Particolare attenzione è puntata sulla ficocianina, pigmento vegetale allo studio anche per il possibile effetto regolarizzatore su pressione e glicemia. Tutto ciò rende la spirulina un supporto tonificante per chi svolge attività fisica intensa, in convalescenza, in caso di stanchezza e nelle diete.

In che modo riconoscere la qualità?

Un indicatore di qualità è la provenienza della materia prima. Buona parte della spirulina commercializzata in forma di polvere, o in pastiglie, viene prodotta in Cina attraverso un processo di essiccazione ad alte temperature, che distrugge vitamine e altri principi attivi. Spaghettini e “fiocchi”, peraltro più difficili da trovare, vengono invece ottenuti a temperature inferiori ai 50 °C, in modo da preservare le vitamine e assicurare sapore e profumo più gradevoli. Meglio privilegiare la spirulina prodotta in Italia, o almeno in Europa, perché le alghe provenienti da India e Cina potrebbero essere coltivate in acque poco controllate e contenere tossine e metalli pesanti. Inoltre, sono quasi sempre trattate ad alte temperature. Altro indicatore di qualità è la certificazione biologica conseguita in Europa, che assicura controlli rigorosi sulle aziende certificate.

Come si usa sotto forma di integratore? E in cucina?

La quantità media consigliata nella forma pura, come integrazione alimentare, va da 1 a 5 grammi al giorno; meglio non superare i 10 grammi. La spirulina biologica, in forma di fiocchi, o spaghettini, può inoltre essere utilizzata in cucina per creare piatti innovativi e nutrienti. Basta sciogliere gli spaghettini di alga in poca acqua, per idratarli e ottenere una forma semiliquida, che sostituisce l’uovo o altri liquidi negli impasti per realizzare pane, focacce, biscotti e pasta. Il 2% del peso dell’ingrediente principale della ricetta (ad esempio farina) è sufficiente per ottenere una preparazione con un alto tasso proteico e ricchissima di minerali. L’impiego richiede cautela se si seguono terapie anticoagulanti.

 

Spirulina tra passato e futuro - Ultima modifica: 2017-04-19T12:23:34+02:00 da Redazione

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