Nanoalimenti: sono sicuri?


Tanti i prodotti ottenuti con le nanotecnologie tra cui anche diversi additivi. Di cosa si tratta?

Cosa sono le nanotecnologie?

Per comprendere dobbiamo immaginare qualcosa di incredibilmente minuscolo: un nanometro corrispondente a un miliardesimo di metro. Parliamo quindi di sostanze in questo ordine di grandezza, le cosiddette “nanoparticelle”, che si ottengono attraverso tecnologie fondate sulla trasformazione della materia su scala atomica e molecolare. La loro produzione comporta profonde modificazioni che conferiscono alle sostanze proprietà diverse da quelle originarie, per esempio una maggiore reattività verso alcuni composti chimici, una più elevata solubilità in acqua, una grande plasticità, durezza o adesività.

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In quali prodotti, alimentari e non, si utilizzano?

Si studiano nanotecnologie per l’agricoltura, al fine di rendere più efficaci i fitofarmaci e modificare le caratteristiche dei semi, per esempio rendendoli più resistenti a fattori climatici avversi. In fase di sperimentazione sono poi gli imballaggi per alimenti, resi “intelligenti” e attivi grazie a nanosensori, che permettono di segnalare contaminazioni batteriche, o nanoparticelle che impediscono la penetrazione dell’ossigeno. Il nero di carbonio, il diossido di silicio e il nitruro di titanio in versione “nano” sono già autorizzati per contenitori, pentole e bottiglie in Pet. Il diossido si silicio (classificato come additivo con il codice E551) viene trasformato in nanoparticelle anche per impedire la formazione di grumi di sale, caffè istantaneo e vitamine in polvere. Il diossido di titanio (E171) entra invece nella composizione di salse, creme e dolci, a cui dà un colore chiaro, e sembra utile per prevenire reazioni indesiderate quando si riscaldano a elevate temperature carne, formaggio, frutta, dolci e altri cibi.

Quali sono i vantaggi? In quali ambiti?

Nel settore ambientale le nanotecnologie trovano già diverse applicazioni, per esempio nella produzione di materiali edilizi, batterie e pannelli solari. In quello terapeutico, potrebbero assicurare maggiore efficacia e specificità di azione ad alcuni farmaci, per esempio contro tumori, Parkinson e Alzheimer. Sul fronte del cibo sarebbero in grado di modificare il valore nutritivo di diversi alimenti, per esempio riducendo il contenuto calorico o creando “nano sapori”, come salato e dolce, che riproducono l’effetto di sale e zucchero senza averne gli effetti collaterali indesiderati.

Comportano rischi per la salute?

Mentre le nanotecnologie si diffondono con grande rapidità, le verifiche rispetto alla loro sicurezza sono, a detta di molti, ancora insufficienti. I dubbi riguardano la possibilità delle nanoparticole di penetrare negli organi e nelle cellule causando alterazioni imprevedibili. Un problema sono poi acqua e terreno, dove le nanosostanze potrebbero accumularsi.

Le nanotecnologie vengono impiegate nella produzione biologica?

I regolamenti relativi alla coltivazione e alla produzione di alimenti biologici non prevedono sostanze esplicitamente vietate, ma una lista di composti consentiti, gli unici che si possono usare per beneficiare del marchio “biologico” dell’Unione europea. Nell’elenco non sono presenti le nanoparticelle, che di conseguenza non compaiono nei prodotti bio.

Nanoalimenti: sono sicuri? - Ultima modifica: 2015-03-16T00:00:00+01:00 da Redazione

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